giovedì 21 luglio 2011

PROCESSO PANDORA: Maxi condanna per Viccaro

SANTI COSMA E DAMIANO, L’UOMO RITENUTO AFFILIATO AL CLAN GALLO. ASSOLTO DALL’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE

Ventinove anni e sei mesi di reclusione per spaccio transnazionale di droga


È stato condannato a ventinove anni e sei mesi di reclusione Giuseppe Viccaro 39 anni di Santi Cosma e Damiano, per spaccio

transnazionale di sostanze stupefacenti, mentre è stato assolto dall’accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico. Una condanna scontata di sei mesi rispetto a quella chiesta dal pm delle Dda di Napoli, Pierpaolo Filippelli che aveva chiesto ai giudici della prima sezione del Tribunale di Torre Annunziata trenta anni reclusione. Dopo una lunghissima camera di consiglio i giudici nella serata di ieri si sono pronunciati su dodici delle novantaquattro posizioni. In novantaquatro,

infatti, il 20 gennaio del 2010 finirono coinvolti a vario titolo nell’operazione anticamorra denominata «Pandora».

Provvedimenti eseguiti nei confronti di queste persone ritenute coinvolte in un’associazione a delinquere distampo mafioso e nel traffico internazionale di stupefacenti.

Un giro di droga che gli investigatori avevano fatto risalire ad un’associazione armata, il clan «Gallo-Limel li-Vangone»,

che servendosi della forza dell ’intimidazione, commetteva delitti, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti, ma anche detenzione di armi e omicidi.

A febbraio il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Torre Annunziata a Napoli si era già pronunciato con una sentenza di condanna nei confronti di altri due appartenenti al clan Gallo che aveva scelto la via del rito abbreviato. Il magistrato aveva dato 20 anni per il 53enne Biagio Di Biasio e a 8 anni e 8 mesi per il 34enne Vincenzo De Martino, entrambi, residenti nel territorio comunale di Santi Cosma e Damiano. Se per il Viccaro come per il De Martino i giudici non hanno riconosciuto l’associazione per delinquere, per il Di Biasio invece il vincolo associativo è stato riconosciuto, oltre al traffico transazionale di sostanze stupefacenti.

Tutti e tre sono ritenuti coinvolti nel commercio di droga. Uno smercio che aveva come sede operativa un appartamento in via Roma a Scauri. Locali dove gli investigatori, il 23 dicembre del 2004 hanno rinvenuto, i cosiddetti «libri mastro».

Quaderni nei quali era indicato il resoconto dettagliato della compravendita dello stupefacente. Documentazione grazie alla quale gli inquirenti hanno potuto stimare come la vendita avvenisse ad un prezzo che oscillava tra i 30mila e i 40mila euro al chilogrammo, ma anche quali erano gli acquirenti, seppure a volte indicati con un soprannome e poi quali gli acconti corrisposti.

L’avvocato difensore del 39enne nato a Soletta in Svizzera, ma residente in via Ausente conosciuto come «il Biondo», Alfredo D’Onofrio ha già annunciato che ricorrerà in appello contro questa pesante sentenza di condanna. Le motivazioni

della sentenza saranno depositate tra novanta giorni. Da lì partirà il lavoro della difesa teso ad imbastire un appello che tenterà di smontare il castello accusatorio dell’accusa. Tante le sentenze pesanti che sono fioccate ieri, il minimo è stato di dieci anni per arrivare ad un massimo di 43 che per i benefici di legge è stato condannato a 30 anni.

B.M.

(da latina oggi del 21.7.11)

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